Grande adesione allo sciopero generale della scuola con cifre impressionanti: dati parziali Miur, quindi attendibili, parlano del 70% di docenti e Ata che si sono astenuti dal lavoro con dati riguardanti i due terzi delle scuole italiane e che non tengono conto di 3.000 scuole su 8.000, quelle scuole rimaste chiuse oggi per l'adesione totale di tutto il personale, e che quindi comunicheranno i dati nella giornata di domani. Percentuale che è quindi destinata a salire ancora in maniera significativa ben oltre il 70% visto che vanno sommate le adesioni delle scuole chiuse in cui la percentuale è stata del 100%.
Dunque non una minoranza chiassosa come aveva sprezzatamente dichiarato ieri il sottosegretario Faraone in alcune dichiarazioni tese a sminuire il dissenso del mondo della scuola. Come pure non si comprende la battuta infelice del ministro Giannini, ripetuta ancora nelle ultime ore ("Non capisco le ragioni dello sciopero") che risulta francamente imbarazzante.
Sciopero generale nazionale della scuola, proclamato unitariamente dai principali sindacati del comparto (Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda) contro la riforma varata dal governo e attualmente all'esame della commissione Cultura della Camera, che ha avuto quindi un grande successo, con una forte partecipazione ai cortei di protesta, sia da parte del personale scolastico, che di studenti e genitori.
Per il Fatto Quotidiano, il quotidiano più generoso nel quantificare la partecipazione alla protesta, avrebbero manifestato in “mezzo milione di persone in sette città”, con “oltre 100mila a Roma, 30mila a Milano, 25mila a Bari”. Anche il Corriere quantifica in almeno 100mila i partecipanti alla manifestazione romana, mentre La Repubblica si sbilancia sui soli numeri della partecipazione della componente studentesca: “25mila a Roma, 20mila a Milano, 15mila a Bari, 5mila a Cagliari, 10mila a Palermo e 5mila a Catania”
Intanto domani la protesta continua, perlomeno nella scuola primaria, dove Cobas e Unicobas invitano i docenti a scioperare ancora o almeno a "boicottare" in qualche modo le prove Invalsi.
Adesso bisogna però capire cosa intendono fare il Ministro e il Governo nel suo complesso anche perchè la parola d'ordine "ritiro del disegno di legge" è stata oggi rilanciata anche dal segretario nazionale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo e incomincia a serpeggiare finalmente anche fra le segreterie degli altri sindacati.
Resta il dilemma del mondo sindacale, il quale ha usato questo sciopero più per difendere se stesso, vista la sempre più scarsa sua rappresentatività, che per offrire alternative reali ai tanti problemi aperti.
Governo invece che pur promettendo alcuni aggiustamenti, non sembra avere alcuna intenzione di ritirare il ddl e che utilizza le 100 mila assunzioni, peraltro atto dovuto, come ricatto per ottenere una delega in bianco su molti temi della scuola e per imporre tra le altre cose il preside sindaco-allenatore e la mobilità forzata sugli albi nel caso il docente non sia di gradimento al DS.