(ANSA-FOCUS) ROMA, 25 MAR - I sindacati sono sul piede di guerra. La riforma della scuola targata Renzi-Giannini, così com´è strutturata, "farà male alla scuola". Va "emendata" in Parlamento e modificata "radicalmente", perchè possa "cambiare verso". E nella protesta, questa volta, si muovono compatti: "Non si illudano - avvertono - di dividerci".
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda FGU - incontrando questa mattina a Roma le forze politiche - hanno elencato le priorità su cui è necessario intervenire subito. Ovvero stabilizzazione dei precari - con i quali nel pomeriggio poi sono scesi in piazza davanti a Montecitorio - contratto di lavoro e ruolo del dirigente scolastico. E, in una ritrovata unità ("per il bene della scuola" e "contro l´autoritarismo", spiegano), hanno annunciato mobilitazioni e chiesto di essere ascoltati.
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"La saga di annunci del Governo non ha niente a che vedere con la scuola di tutti i giorni - ha osservato il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima - con autosufficienza e arroganza il Governo ha deciso di fare di tutto e di più da solo". Ma "non bisogna mettere in dubbio la rappresentanza e la legittimazione dei sindacati".
L´operazione di ascolto, secondo le diverse sigle, deve partire dalla stabilizzazione dei precari:
"I 100 mila posti annunciati - ha osservato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti - sono insufficienti rispetto alla platea dei precari che hanno acquisito diritto alla stabilizzazione; nel ddl inoltre non c´è nessun riferimento al personale ata e si vieta ai docenti precari di lavorare oltre i 36 mesi". La questione stabilizzazione, ha aggiunto, "va stralciata dal ddl, va inserita in un decreto legge e va affrontata con un piano pluriennale".
Occorre inoltre emanare, ha sottolineato Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola, l´atto d´indirizzo per l´apertura delle trattative contrattuali: "E´ una questione semplice, di rispetto del valore del lavoro", ha puntualizzato.
E per quanto riguarda il ruolo del dirigente scolastico, ha aggiunto Achille Massenti, segretario generale vicario Snals-Confsal: "Vogliamo un dirigente autorevole e non autoritario, che aiuti lo sviluppo della scuola".
Insomma, per l´autonomia scolastica serve "un bilanciamento dei poteri tra preside, Collegio docenti e Consiglio d´istituto". E´ fondamentale - ha quindi concluso Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil - che sulla riforma venga aperto un dibattito "con tempi distesi. Non si usi il ricatto dell´urgenza delle immissioni in ruolo. E i sindacati devono avere un peso reale". Nel frattempo "metteremo in campo tutte le mobilitazioni possibili sui territori e il 18 aprile ci sarà una manifestazione a Roma".
Alle richieste dei sindacati ha replicato la politica.
"Il Pd vuole bene alla scuola e la disponibilità al dialogo c´è da molto tempo - ha sottolineato la responsabile scuola del Partito democratico, Francesca Puglisi, interrotta, durante il suo intervento, dal disappunto di alcuni insegnanti in platea. "Si può continuare a migliorare il testo - ha aggiunto - sugli insegnanti di seconda fascia l´articolo 12 va rivisto. Ma non alziamo muri, perchè questa cosa la scuola l´ha pagata anni addietro".
Parlando dell´iter parlamentare del ddl e di un´eventuale accelerazione dei tempi per l´approvazione, Giancarlo Giordano (Sel) ha chiarito: "Rifiuto l´idea che si debba fare di fretta, bisogna parlare con tutti senza escludere nessuno".
"No ai ricatti sui tempi - ha avvertito anche Silvia Chimienti (M5s) - abbiamo chiesto uno spacchettamento della riforma".
"Si è perso tempo per incardinare il ddl - ha constatato infine, Laura Marsilio (Fli) - perchè non si è seguito l´unico metodo giusto, cioè la concertazione con le categorie e le parti sociali".