Terminato l'atteso Consiglio dei Ministri dedicato al disegno di legge sulla #BuonaScuola. Una riforma le cui novità sono state illustrate da Renzi in dieci punti. «Siamo riusciti dopo una lunga discussione a trovare un buon clima dentro il cdm, ora la palla al Parlamento, un testo realizzabile abbastanza rapidamente se il Parlamento lavorerà con il senso dell’urgenza», queste le parole del premier sottolineando che «la buona scuola mette al centro lo studente e i suoi sogni di essere anzitutto un cittadino».
Durante la lunga conferenza stampa però non sono neppure stati accennati aspetti cruciali del provvedimento che potrebbero metterne a dura prova la reale attuabilità: mobilità dei docenti di ruolo e futuri, obbligo di accettare proposta di assunzione in altra provincia, modalità di passaggio da organico funzionale a cattedra e cosa accade se il Dirigente non sceglie il docente dai nuovi albi che saranno creati. E non è stato diffuso e non c'è ancora alcuna traccia in rete del testo del Disegno di Legge, unico strumento utile per capire cosa sia stato effettivamente stabilito circa tempi e modalità di attuazione del piano di stabilizzazioni. Non è infatti chiaro quanti e quali saranno i precari beneficiari entro settembre 2015 delle assunzioni previste e quanti esattamente confluiranno nell'organico funzionale che dovranno quindi essere a disposizione di reti di scuole per la chiamata diretta del Dirigente Scolastico cosiddetto "sindaco". Anche questo aspetto della chiamata diretta lascia molto perplessi sulla tenuta del provvedimento che approderà in Parlamento e che dovrà essere approvato in tempi utili.
Quanto al Piano assunzioni, il vero nodo della riforma, il premier ha chiarito che il ddl prevede "l'assunzione di 100mila precari, che viene alla fine di questo percorso. C'è l'intenzione di sanare una ferita di 20 anni di promesse verso il corpo docente". Ma ha precisato: "Tutti coloro che sono nelle gae (graduatorie a esaurimento) e i vincitori di concorso 2012 saranno assunti e dunque inseriti nell'organico funzionale- aggiunge- ma gli idonei che stanno dentro le graduatorie di istituto no: loro dovranno fare un concorso".
"Preside sceglierà gli insegnanti dentro un albo" - Entrando nel dettaglio della riforma, Renzi ha detto: "Il preside sceglierà gli insegnanti dentro un albo, là dove c'è spazio che si libera. Il preside sceglie dentro l'albo dei docenti e individua la persona più adatta senza automatismi".
"Con organico funzionale superate classi-pollaio" - Inoltre, ha proseguito Renzi, "la scelta dell'organico funzionale porta a superare il meccanismo delle classi pollaio". "La buona scuola - ha sottolineato - mette al centro lo studente e i suoi sogni di essere anzitutto un cittadino. Parliamo di cittadini da offrire alla comunità. La scuola educa e forma cittadini, mettendoli in grado di portare il proprio senso di giustizia e di bellezza all'interno del proprio Paese".
Più spazio a musica, arte e inglese. Nella riforma della scuola è rafforzato l'insegnamento di "musica, arte, lingue, educazione motoria", ha proseguito Renzi. "Ci sarà particolare attenzione, dalla primaria, alla assoluta professionalità di chi insegna l'inglese, per dare insegnamenti non appiccicaticci - per cui si fa fare un corsettino alla maestra - ma si richiede un inglese assolutamente perfetto", spiega il premier. Così come anche "l'educazione motoria non può essere il giocattolino in attesa di fare altre cose, non può essere l'ora di svago. E' una straordinaria opportunità per formare il carattere e uno stile di vita. Ma anche un elemento di grande investimento sulla sanità e uno strepitoso strumento di valorizzazione delle specialità delle persone con le varie disabilità".
“Siamo riusciti – aggiunge Renzi – dopo una lunga discussione, a trovare un buon clima all’interno del Consiglio dei ministri. Ora la palla passa al Parlamento”. Nella riforma della scuola, con la ‘Carta del professore’ “ogni anno il professore avrà un cifra, non stratosferica, 500 euro che potranno essere spesi per spese culturali. Se ci saranno le condizioni economiche proveremo ad aumentarli”. E ci saranno anche 200 milioni di euro dal 2016 per la valutazione del merito dei docenti: “Decideranno le singole autonomie scolastiche”, ha sottolineato Renzi.
Autonomia vera per gli istituti" - La riforma, ha ribadito il presidente del Consiglio, porta "un'autonomia vera alle scuole. Riprende un percorso sul quale avevamo lavorato in passato. Riprendiamo questo principio per dire che ogni scuola vivrà la propria autonomia, tiene ad esempio aperto il portone al pomeriggio. Devono farlo tutti".