Si è tenuto in data 4 gennaio il confronto tra sindacati e il MIUR richiesto a seguito della sentenza dell'Adunanza Plenaria che ha escluso dalle graduatorie ad esaurimento i diplomati magistrali.
All'incontro hanno partecipato tutte le organizzazioni sindacali rappresentative alla presenza del sottosegretario del Miur De Filippo che in apertura ha dichiarato che è stato richiesto un parere all'Avocatura dello Stato visto anche la disomogeneità delle situazioni soggettive dei ricorrenti. Pertanto nessuna decisione e nessun provvedimento formale potrà essere preso fino a quando non sarà espresso questo parere, garantendo perciò che nessun docente vedrà a rischio il proprio posto di lavoro e la propria posizione in GAE almeno nell'immediato.
Ma mentre le organizzazioni sindacali ottengono dal Miur rassicurazioni sulla vicenda dei diplomati magistrali, il Governo in carica ha appena approvato nella legge di bilancio 2018,tra le misure riferite al settore istruzione, un comma con il quale si darà maggiore punteggio ai titoli abilitanti conseguiti con percorsi universitari, dando probabilmente ai diplomati magistrali una ulteriore mazzata che potrebbe relegarli in posizioni più arretrate in graduatoria di istituto riducendo ulteriormente le possibilità di supplenze per i prossimi anni.
Iscriviti alla nostra Fan page
E' quanto prevede infatti il comma 614 dell'art. 1 denominato "Valorizzazione dei titoli abilitanti all’insegnamento (scuola dell’infanzia e scuola primaria)" con il quale si stabilisce che, ai fini dell’aggiornamento delle graduatorie di istituto del personale docente, inclusi i correlati elenchi per il sostegno didattico, relative alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria, la valutazione del titolo abilitante all’insegnamento è effettuata assicurando una particolare valorizzazione dei titoli acquisiti nell’ambito dei percorsi universitari.
Tornando all'incontro coi sindacati, il Miur ha fornito anche i dati in suo possesso relativi ai diplomati magistrali coinvolti in questa vicenda affermando che i ricorrenti con sentenza cautelare che hanno avuto l’assunzione a tempo indeterminato sono circa 6000, di cui l’82% nelle regioni del nord, il 13% al centro e il 5% al sud. Di questi i 2/3 sono stati assunti nel 2016/17 e quindi hanno già superato l’anno di prova. Il numero complessivo dei ricorrenti è pari a circa 43.000, mentre gli iscritti in GAE a pieno titolo, presenti prima dei ricorsi sono circa 26.000.
Le organizzazioni sindacali, al fine di tutelare la continuità didattica, hanno chiesto che siano mantenuti in servizio nell'anno scolastico in corso i docenti che abbiano stipulato contratti a tempo determinato o indeterminato per a seguito delle ordinanze cautelari precedenti alla sentenza dell'Adunanza Plenaria.
Allo stesso tempo hanno richiesto sia la riapertura delle graduatorie d’istituto, al fine dell’inserimento di quei docenti che, collocati in GAE e quindi in prima fascia d’istituto, erano stati esclusi dalla seconda fascia e sia una ricognizione completa dei dati anche con riferimento ai contratti in essere a tempo determinato e indeterminato stipulati dai ricorrenti.
Le OO.SS. hanno chiesto al Miur di tutelare i lavoratori che potrebbero trovarsi espulsi dalla scuola per effetto del superamento del limite di 36 mesi stabilito dal comma 131 della Legge 107/15 e di individuare con urgenza una soluzione politica al problema anche a tenendo conto degli interessi contrapposti e legittimi, da parte dei docenti già presenti nelle GAE, dei laureati in Scienze della Formazione Primaria.
La soluzione suggerita, vista la blindatura delle GAE a nuovi inserimenti, è stata quella di individuare un percorso di accesso alle assunzioni in ruolo, in analogia con quanto già stabilito per i docenti abilitati della scuola secondaria. Una soluzione sulla quale il Miur ha espresso un’apertura, sottoscritta anche nel verbale stilato al termine dell’incontro in cui è stata evidenziata l’esigenza di definire “un meccanismo di reclutamento da utilizzare per la scuola dell’infanzia e primaria, anche alla luce delle soluzioni già adottate dal Governo per la scuola secondaria”.
Una apertura che potrebbe per ora restare lettera morta visto che si va verso la fase conclusiva della legislatura lasciando la patata bollente al prossimo esecutivo che governerà il Paese.
Articoli correlati