Lunedì 3 ottobre alle ore 11 nella Sala della Comunicazione del Miur, in viale Trastevere 76/a, il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini presenterà il Piano nazionale di formazione degli insegnanti.
Interverranno Andreas Schleicher, direttore del Directorate of Education dell'Ocse, Jordan Naidoo, direttore della Divisione Education 2030 Support and Coordination dell'Unesco, Oon Seng Tan, direttore dell'Institute of Education di Singapore.
Col nuovo piano quasi sicuramente saranno presentate anche la nuova formazione obbligatoria dei docenti cui sarà richiesto un impegno di 125 ore nel triennio suddiviso in attività frontali (40 ore) e in attività di ricerca e riflessione sulla professionalità (85 ore) articolate in 5 unità formative di 25 ore per un totale appunto di 125 ore da da maturare in tre anni. Nella scheda di sintesi la FLC ha chiarito, tra le altre cose, che:
- viene istituita una nuova unità di misura per quantificare l’impegno in attività di formazione: l’unità formativa.
- In analogia ai crediti formativi universitari (o accademici) tale unità di misura è pari a 25 ore di impegno.
- Ogni unità può essere costituito da una pluralità di attività:
- formazione in presenza e a distanza
- sperimentazione didattica e ricerca/azione
- lavoro in rete
- approfondimento personale e collegiale
- documentazione e forme di restituzione/rendicontazione, con ricaduta nella scuola
- progettazione
normalmente per ogni unità formativa devono essere previste almeno 8 ore per attività in presenza 5. ciascun docente deve acquisire almeno cinque unità formative nel triennio. In conclusione l’obbligo della formazione è pari, nel triennio, ad almeno cinque UF pari a 125 ore di impegno, di cui almeno 40 ore devono essere relative ad attività in presenza.
Ricordiamo che il “Piano Nazionale per la Formazione” è stato in parte anticipato dal Miur con la nota 2915 del 15 settembre 2016 e dovrà essere adottato con un apposito decreto ministeriale, in applicazione del comma 124 della Legge 107/15. Il piano definisce un quadro strategico e operativo per lo sviluppo professionale del personale della scuola mediante la definizione di priorità nazionali per il triennio 2016-2019 a partire dal corrente anno scolastico 2016/17.
Nel Piano Nazionale per la Formazione sono individuate le seguenti priorità:
- Autonomia organizzativa e didattica
- Didattica per competenze e innovazione metodologica
- Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento
- Competenze di lingua straniera
- Inclusione e disabilità
- Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile
- Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale
- Scuola e Lavoro
- Valutazione e miglioramento
Tali priorità, pur essendo specificatamente dedicate al personale docente, coinvolgono anche le altre figure professionali della scuola.
Le priorità sono punto di riferimento ineludibile per tutto il personale e per il MIUR. In particolare essi hanno la funzione di orientare i dirigenti scolastici per la definizione degli indirizzi da fornire al Collegio dei docenti per la realizzazione, l’elaborazione e la verifica delPiano di formazione inserito nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF). La scelta delle priorità e degli indirizzi al Collegio e i contenuti del Piano di Formazione di scuola devono essere altresì coerenti con il Rapporto di Autovalutazione (RAV) e con il Piano di Miglioramento (PdM). Il Piano di formazione può prevedere percorsi, anche su temi differenziati e trasversali, rivolti a
- tutti i docenti della stessa scuola
- dipartimenti disciplinari
- gruppi di docenti di scuole in rete
- docenti che partecipano a ricerche innovative con università o enti
- singoli docenti che seguono attività per aspetti specifici della propria disciplina.
In questo contesto l’obbligatorietà della formazione deve essere intesa prioritariamente come partecipazione ad attività formative coerenti con i contenuti del Piano di Formazione di Scuola, approvato dal Collegio dei Docenti.
A tal fine, in via sperimentale, le scuole articoleranno le attività proposte in Unità Formative.
Ogni Unità formativa
- è costituita da una pluralità di attività: ricerca in classe, attività in presenza, lavoro collaborativo o in rete, studio, documentazione, ecc.
- deve essere declinata in conoscenze, abilità e competenze, riconoscibili e identificabili
Le scuole riconoscono come Unità Formative la partecipazione ad attività formative
- promosse direttamente dalla scuola,
- dalle reti,
- dall’Amministrazione,
- liberamente scelte dai docenti,
purché coerenti con il Piano di formazione della scuola.
Per la progettazione e la gestione delle attività formative finanziate dal Piano Nazionale di Formazione il riferimento organizzativo è l’ambito territoriale ed in particolare la rete di ambito di cui alla nota prot. 2151 del 07.06.2016. Per ogni rete di ambito sarà individuata una scuola polo anche non coincidente con la scuola capo-fila della rete.
Alle scuole-polo saranno attribuite le risorse finanziarie per la formazione per un triennio a partire da questo esercizio finanziario (2016).
Potranno essere previste ulteriori articolazioni organizzative, come le reti di scopo, per particolari iniziative, rispondenti a specifiche tematiche o rivolti a categorie di destinatari (neo-assunti, ATA, dirigenti, figure intermedie, docenti di diversi settori disciplinari, ecc.)
L’assegnazione di fondi anche a singole scuole è possibile esclusivamente per rispondere a esigenze formative previste nel piano triennale e non realizzabili in altro modo.
Le scuole-polo, oltre a coordinare la progettazione e l’organizzazione delle attività formative, dovranno
- garantire la corretta gestione amministrativo-contabile delle iniziative di formazione realizzate dalla/e rete/i di istituzioni scolastiche presenti nell’ambito
- interfacciarsi con l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) per le attività di co-progettazione, monitoraggio e rendicontazione.
Le scuole polo saranno individuate attraverso una interlocuzione tra lo staff regionale di supporto costituito presso ciascun USR e ciascuna rete di ambito. Gli Uffici Scolastici Regionali dovranno comunicare al MIUR entro il 30 ottobre 2016, le scuole-polo individuate cui verranno assegnate le risorse per la formazione.
Gli Uffici Scolastici Regionali sono invitati a
- avviare le interlocuzioni con le istituzioni scolastiche al fine di agevolare unaprogettazione formativa a livello territoriale
- convocare apposite conferenze di servizio
- costituire lo staff regionale di supporto costituito da diverse figure di riferimento per la formazione, a partire dal diretto coinvolgimento dei dirigenti tecnici e del personale scolastico utilizzato, ai sensi dell’art. 1, comma 65, della legge n. 107/2015 (circa 730 posti, pari all’1,5% della dotazione organica del potenziamento).
Il MIUR con uno o più decreti procederà all’assegnazione delle risorse alle scuole polo, di cui una quota non superiore al 3% per le attività gestionali di tali scuole nonché per eventualirimborsi spesa dei componenti dello staff regionale. Ricordiamo che la Legge 107/15 stanzia40 milioni di euro a partire dall’anno 2016.