Con la pubblicazione degli esiti della mobilità della primaria ed il materializzarsi dello tsunami previsto da PSN, si è finalmente preso atto, da parte dei docenti, della disparità di trattamento, tra docenti assunti con il piano straordinario da Gae o da Gm con l'accantonamento di posti nella provincia di assunzione per questi ultimi, con i cosiddetti immobilizzati (assunti ante 2015/16) che hanno la precedenza sui docenti assunti da Gae, con la titolarità su scuola se assegnati al primo ambito. A queste evidenti differenze di trattamento si aggiungono quelle lamentate dai docenti assunti in fase 0 e A che chiedono di essere assimilati agli immobilizzati dunque con precedenza mentre invece sono trasferiti (dove c'era disponibilità) in coda a tutti gli altri nella fase D della mobilità.
Un tutti contro tutti che è stato diabolicamente ottenuto dal governo con il varo della legge 107/2015 e acuito dalla contrattazione coi sindacati sulla mobilità che ha previsto alcune deroghe, in primis la titolarità su sede per gli immessi ante 2015/16 che siano assegnati su primo ambito. Ad aprire la possibilità che la giustizia potesse riequilibrare queste disparità erano state alcune ordinanze del Tar che avevano sospeso la mobilità (o almeno così facevano sperare e credere diversi siti specialistici) rinviando ad una udienza successiva, del 20 ottobre. Ora arriva la conferma che il Miur andrà dritto per la sua strada incurante delle ordinanze del Tar, il cui esito è cmq tutt'altro che scontato. Sull'argomento abbiamo sentito gli avv.ti Bartolo Mancuso ed Aurora Donato, che hanno ottenuto alcune delle ordinanza sospensiva e che ci confermano che il Miur non attuerà alcuna sospensiva (come per altro già avvenuto con infanzia e primaria). Di seguito il loro intervento che fa il punto della situazione e che descrive i possibili scenari futuri:
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Come richiesto proviamo a fornire alcuni chiarimenti sull'ordinanza cautelare del Tar del Lazio.
Molti docenti, di cui alcuni difesi da noi, con ricorso al TAR) chiedevano l’annullamento dell ’Ordinanza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 8 aprile 2016, n. 241, nelle parti in cui “consente ai docenti assunti entro l’A.S. 2014-2015 di proporre domanda di mobilità “su scuola” e consente agli idonei del concorso del 2012 di partecipare al programma nazionale di mobilità confermando la sede di titolarità nella Provincia in cui avevano avuto l’assegnazione provvisoria, negando tali possibilità ai ricorrenti, oltre che in quanto applica la mobilità nazionale solo ai docenti assunti nelle Fasi B e C del piano di assunzioni provenienti da GAE”.
In particolare, si trattava di fermare l’ingiusta deportazione dei docenti Tar, denunciando l’illegittimità costituzionale della legge per le discriminazione operate ai loro danni, e chiedendo l’annullamento dell’ordinanza perché non rispettava le disposizione legislative.
Il tar ci ha dato ragione in via cautelare (al 20 ottobre la decisione definitiva) e ha deciso che “sospende” l’ordinanza n. 241 del 08/04/2016 in considerazione del fatto che “le doglianze proposte, alla luce della cognizione sommaria propria della fase cautelare non appaiano manifestamente infondate, sicché, anche al fine di delibare le censure di ordine costituzionale”.
Ma sembra proprio che il MIUR non voglia dare attuazione alla decisione giudiziale.
La dirigenza amministrativa ha precisato che la decisione spetta al Ministero e che pertanto al momento non si sospenderà la procedura.
Il Miur – forse inteso come il Ministro in persona – tace.
Si tratta di una evidente ingiustizia. E’ un basilare principio di divisione dei poteri che la pubblica amministrazione, cioè il potere esecutivo, rispetti le decisioni del Tribunale, cioè del potere giudiziario.
Capisco qualunque difficoltà, ma si tratta dell’abc della democrazia.
Inoltre, crediamo davvero che i docenti – che poi sono uomini, donne, padri, madri ecc.. – meritino maggiore rispetto.
Tutto questo non fa che confermare l’esigenza di continuare la mobilitazione contro la “buona scuola”.
Dal canto nostro non molliamo e provvederemo a impugnare immediatamente i provvedimenti individuali di trasferimento che giungeranno nei prossimi giorni con i c.d. “motivi aggiunti” e chiedere al TAR un decreto, mi si passi il termine “super urgente”.
Ci permettiamo di concludere con il rilievo, che magari è solo una amara consolazione, che anche le chiusure mostrate dalla P.a. sono la riprova che le critiche mosse alla “buona scuola” sono sensate e che tutte le richieste di ascolto e collaborazione da parte di studenti e docenti andavano nella giusta direzione. E se accolte adesso avremmo un sistema molto più equilibrato.
Avv.ti Aurora Donato e Bartolo Mancuso