Tornano a sperare i "Quota 96", i docenti che si sono riuniti nel comitato che da due anni si batte per vedersi riconoscere il diritto di accedere alla pensione facendo valere i requisiti anagrafici e contributivi previgenti l’entrata in vigore dell’art. 24 del decreto legge 201/2011 (riforma Fornero) e con loro sperano 4.000 precari che potrebbero ottenere immissioni in ruolo in posti aggiuntivi in organico di diritto lasciati liberi. Una speranza che, al momento data, ha un elemento di fondatezza. Nella commissione lavoro della camera dei deputati, presieduta da Cesare Damiano, è infatti ripreso l’esame di un nuovo testo unificato delle due proposte di legge presentate nel 2013 da Marzana(M5S) e Ghizzoni(PD) che propongono, appunto, di estendere il diritto di accesso alla pensione con i requisiti previgenti prima dell’entrata in vigore dell’art. 24, ancorché maturati successivamente al 31 dicembre 2011 ma entro il 31 agosto 2012.
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Il nuovo testo unificato è stato predisposto al fine di eliminare gli ostacoli di natura prevalentemente economica (reperimento delle risorse necessarie). Nella seduta del 15 gennaio, la commissione Lavoro ha proceduto all'approvazione ed inoltro alla Commissione bilancio della proposta di legge unificata Ghizzoni-Marzana sulla modifica alla normativa in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola quota 96. Tocca, quindi, adesso a tale commissione licenziarla per poi passare alla fase dell'approvazione definitiva in parlamento. A meno che la proposta non trovi ulteriori ostacoli.
Il nuovo testo fissa innanzitutto in 4.000 i soggetti che potranno chiedere di andare in pensione, a decorrere dal 1° settembre 2014, con i requisiti previgenti prima dell’entrata in vigore dell’art. 24 del decreto legge 201/2011, purché maturati entro l’anno scolastico 2011/2012. Le eventuali maggiori richieste di pensionamento non potranno essere accolte dall’lnps. I termini per la presentazione all'istituto di previdenza della domanda di pensione sono fissati dal 30 aprile al 31 maggio 2014. Le domande presentate oltre il termine non saranno prese in considerazione. Per quelle presentate nel termine l'Inps dovrà provvedere a determinare un elenco numerico basato, ai fini della priorità, su un criterio progressivo risultante dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012.
Stabilisce inoltre che ai fini della liquidazione della buonuscita troveranno applicazione, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’articolo 2, comma 11, lett. a), numeri 1) e 2) del decreto legge 95/2012.
Trattandosi tuttavia di personale che in maggioranza avrà maturato i requisiti per la pensione nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2012 e il 31 dicembre 2013, la buonuscita verrà liquidata, nel caso di pensione di vecchiaia, non prima di sei e non oltre nove mesi dalla data di cessazione dal servizio e in un importo unico, se l’ammontare dell’indennità, al lordo delle ritenute fiscali, sarà pari o inferiore a novantamila euro, in due importi annuali se superiore a novantamila e inferiore a centocinquantamila euro, in tre importi se superiore.
Nel caso di pensione anticipata la liquidazione verrà disposta non prima di ventiquattro mesi dalla data di cessazione dal servizio e nelle misure indicate in precedenza.
Tale nuova riformulazione, come dicevamo, adesso passa al vaglio della Commissione Bilancio. Quali sono i possibili scenari?
Il presidente della Commissione bilancio è l'on. Francesco Boccia, esponente di spicco del Partito democratico, noto, soprattutto, ai quota 96, per una sua ferma presa di posizione, riassunta nella celeberrima frase: "Costi quel che costi le risorse per 'Quota 96' vanno trovate... la mia posizione in commissione Bilancio è chiara: le coperture finanziarie per cancellare quell'errore si devono reperire".
Che farà adesso l'onorevole? Manterrà fede al suo impegno pubblico per la soluzione della vicenda? Dovrà innanzitutto e soprattutto risultare convincente nei confronti della Ragioneria di Stato, sempre ostile e mai doma, facendo valere sia le ragioni dei quota 96 per l'errore commesso dalla Fornero, sia la modestia dell'onere a carico dello Stato.
Le premesse dunque, stando a quanto affermato dall'on. Boccia, lasciano intravedere uno spiraglio e quello che sembra essere l'unico ostacolo, il reperimento dei fondi, potrebbe risolversi con un forte e significativo atto della commissione bilancio. Così almeno si augura il personale scolastico interessato.