A fine maggio, o con un ritardo tecnico per i dipendenti pubblici, molti italiani si ritroveranno in busta paga il bonus da 80 euro promesso. In particolare 80 euro al mese per i redditi da lavoro dipendente tra i 18.000 e i 24.500 euro, per un totale di 620 euro l´anno nel 2014, pari a 77,5 euro mensili a partire da maggio; nel 2015 si sale a 79,1 euro al mese, pari a 950 euro all´anno). I redditi più bassi, fino a 17.714 euro, beneficeranno di un incremento pari al 3,5%, mentre quelli tra i 24.500 e i 28.000 euro vedranno ridotti gli aumenti (al di sopra, invece, non ci sarà alcun aumento).
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Come è noto per il 2014 si tratta di un “bonus” ossia un «credito» e non una «detrazione». Solo con la legge di stabilità per il 2015 si potrà capire se il bonus si trasformerà in una misura strutturale mediante il gioco stabilizzato delle detrazioni.
Nell´immediato la questione del bonus apre comunque alcune riflessioni critiche che investono tutto il sistema di contrattazione e il ruolo del sindacato e sembrano prefigurare una sorta di controllo sulla dinamica dei redditi da parte dello Stato.
Alleghiamo il lavoro di analisi fatto dal centro Studi Gilda
Fonte Gilda Insegnanti