1. Chi e perchè vuole l'organico funzionale ?
Vogliamo fare una ricognizione sull'organico funzionale. Esaminare, attraverso alcune essenziali citazioni da documenti pubblici, il percorso di questo progetto ostentato, da qualche anno, da sindacati e partiti, e pensare a cosa essa possa portare o cosa possa essere: una proposta di riciclo della classe docente, da fare al netto dei tagli della legge 133, oppure una risorsa per le assunzioni dei precari della scuola?
Ovviamente la terminologia "organico funzionale" non aiuta molto a capire a cosa esso debba essere funzionale: alla stabilizzazione dei precari? Alla stabilizzazione dei precari ? Alla stabilizzazione di un organico ad uso e consumo delle scuole o reti di scuole, dopo i tagli della legge 133 ? E come deve essere gestito per portare una maggiore funzionalità nell'apparato scuola senza nuovi investimenti ?
E cosa deve essere se non una maggiore funzionalità dell’apparato scuola? Come deve avvenire? Con quali risorse “effettive”, e non teoriche, e quindi, ovviamente, con grande preoccupazione dell’organico ad uso e consumo delle scuole o reti di scuole al netto dei tagli della legge 133 senza nuovi investimenti? In questo caso gli 8 miliardi tolti dalla Gelmini ce li possiamo scordare: il maltolto non ritorna e, quindi, questo organico sarebbe una enorme pezza a questa situazione, tra l’altro accettata da tutte le forze politiche che hanno giocato in modo cinico e baro contro la Scuola e contro i precari che la tengono in piedi, nonostante tutto; la Puglisi-pd l'8 ottobre di quest'anno lo ha citato durante un convegno, non ha spiegato a cosa davvero serva, e nemmeno gli altri, i sindacati confederali... questo organico è un’aquila che volteggia sulle alture del nulla pronta per una bomba di qualche kilotone oppure ci servirà solo una scoreggia tra le nubi? non lo sappiamo perché nessuno di quelli che lo hanno citato come “soluzione” lo vuole spiegare...
A noi sembra un pasticcio, nelle intenzioni e nel possibile esito. Le buone intenzioni ci sono? O sono talmente morbide che il budino, o il mattone di cui è fatto sembra davvero non reggere ad uno spostamento verso un progetto di fatto? Stabiliamo una cronologia di dichiarazioni ed interviste, per come appaiono in rete, commentandole di volta in volta, ad uso e consumo di chi voglia capire qualcosa di più nell’intricato e poco chiaro “progetto” in questione. Vogliamo evidenziare come esse possano essere un segnale, che preluda ad eventualità che dovrebbero allarmare ogni docente precario sano di mente, o docente soprannumerario altrettanto sano.
La cosa che ci si domanda è semplice: l’organico di docenti, ATA ed Amministrativi, a cosa deve essere funzionale? Con quali soldi dopo i tagli (quasi 8 miliardi di euro) della legge 133-Gelmini-tremonti?
Le dichiarazioni che seguono ci portano in un ginepraio di intenzioni, pratiche, teoriche, affermazioni che sembrano portare da nessuna parte, oppure sembrano mascherare qualcosa che non si può dire in modo chiaro e definitivo: questo tipo di organico forse serve ad arrangiarsi con quello che c’è, senza troppe assunzioni, senza ritrovare i soldi rubati dai tagli, senza voler dire che il problema delle assunzioni definitive di tutti i precari dalle GAE non lo si vuole risolvere. Il girotondo attorno all’organico funzionale a cosa serve?
Spesso, quando si è in guerra, se si vuole far manovra senza che il nemico ci veda, dobbiamo costruire una cortina fumogena di fronte ad esso, per impedirgli di vedere come ci stiamo muovendo. Tutte queste “proposte”, tra pd e sindacati confederali, sono cortine di fumo oppure una manifesta, ormai, incapacità di gestire il problema assunzioni (necessarie) di fronte ai tagli passati e futuri? Potrebbero essere idee che vanno a cozzare di fronte ai tagli della prossima Spending review di Cottarelli-Letta? Infatti i tagli saranno talmente evidenti e pesanti che neanche questa idea di organico funzionale sarà credibile e solo allora sarà evidente che è una pernacchia in faccia ai precari, un tentativo in malafede di mettere una pezza sui tagli Fioroni-Gelmini [i](1), un gesto fatto per i gonzi utile a propagandare l’idea di continuità didattica, sganciata però da una assunzione a tempo indeterminato.
Questa cortina fumogena fatta di false, o vere, intenzioni è tossica se la si legge senza un criterio e una domanda: perché non fare i conti con gli 8 miliardi di euro rubati dalla legge 133, porre fine a questo furto rifinanziando la scuola ed assumendo il personale di cui ha bisogno dopo i 150.000 tagli al personale docente ed ATA? La risposta potrebbe essere questa: la riforma Gelmini (in realtà una finanziaria, la legge 133, quindi immodificabile) la volevano tutti, dai “democratici” ai fedeli leghisti e forza italioti; è stata mandata avanti la Gelmini col passo dell’oca cadenzato e al suono dei calcoli di Tremonti per arrivare al taglio, finalmente, di una bella fetta di statali che erano, però, utili alla vita del nostro sistema scolastico.
Quello a cui assistiamo adesso è una sorta di agonia sospesa della scuola in cui manca di tutto, dai docenti al personale amministrativo, dai laboratori (nelle scuole atte ad usarli secondo curricolo) con il materiale utile a viaggiare in rete, alle aule per fare lezione, dalle orme elementari di sicurezza a causa dell’aumento degli alunni per classe, alla mancanza di tutele per gli alunni diversamente abili, i quali, questi “ultimi”, stanno per assistere al tramonto della figura dell’insegnante di sostegno grazie alla manomissione della legge 104 (sulla disabilità) e all’introduzione dei Bisogni Educativi Speciali, generalizzati e senza un criterio che tenga conto della crisi profonda che li precede. Ovviamente lo spazio di mobilitazione contro questa situazione (di cui sono colpevoli i due grandi partiti del neo-bipolarismo imperante, pd pdl) è stato silenziato da una politica falsamente moderata di “opposizioni” sindacali confederali: parate di piazza fuori tempo massimo, trattative inconcludenti e quando concluse sottobanco, pesate sulle spalle dei precari, ai quali ancora non si vuol dare il giusto compenso per aver tenuto in piedi, fino ad oggi, tutta la scuola del paese.
1. Chi e perchè vuole l'organico funzionale ?
Vogliamo fare una ricognizione sull'organico funzionale. Esaminare, attraverso alcune essenziali citazioni da documenti pubblici, il percorso di questo progetto ostentato, da qualche anno, da sindacati e partiti, e pensare a cosa essa possa portare o cosa possa essere: una proposta di riciclo della classe docente, da fare al netto dei tagli della legge 133, oppure una risorsa per le assunzioni dei precari della scuola?
Ovviamente la terminologia "organico funzionale" non aiuta molto a capire a cosa esso debba essere funzionale: alla stabilizzazione dei precari? Alla stabilizzazione dei precari ? Alla stabilizzazione di un organico ad uso e consumo delle scuole o reti di scuole, dopo i tagli della legge 133 ? E come deve essere gestito per portare una maggiore funzionalità nell'apparato scuola senza nuovi investimenti ?
E cosa deve essere se non una maggiore funzionalità dell’apparato scuola? Come deve avvenire? Con quali risorse “effettive”, e non teoriche, e quindi, ovviamente, con grande preoccupazione dell’organico ad uso e consumo delle scuole o reti di scuole al netto dei tagli della legge 133 senza nuovi investimenti? In questo caso gli 8 miliardi tolti dalla Gelmini ce li possiamo scordare: il maltolto non ritorna e, quindi, questo organico sarebbe una enorme pezza a questa situazione, tra l’altro accettata da tutte le forze politiche che hanno giocato in modo cinico e baro contro la Scuola e contro i precari che la tengono in piedi, nonostante tutto; la Puglisi-pd l'8 ottobre di quest'anno lo ha citato durante un convegno, non ha spiegato a cosa davvero serva, e nemmeno gli altri, i sindacati confederali... questo organico è un’aquila che volteggia sulle alture del nulla pronta per una bomba di qualche kilotone oppure ci servirà solo una scoreggia tra le nubi? non lo sappiamo perché nessuno di quelli che lo hanno citato come “soluzione” lo vuole spiegare...
A noi sembra un pasticcio, nelle intenzioni e nel possibile esito. Le buone intenzioni ci sono? O sono talmente morbide che il budino, o il mattone di cui è fatto sembra davvero non reggere ad uno spostamento verso un progetto di fatto? Stabiliamo una cronologia di dichiarazioni ed interviste, per come appaiono in rete, commentandole di volta in volta, ad uso e consumo di chi voglia capire qualcosa di più nell’intricato e poco chiaro “progetto” in questione. Vogliamo evidenziare come esse possano essere un segnale, che preluda ad eventualità che dovrebbero allarmare ogni docente precario sano di mente, o docente soprannumerario altrettanto sano.
La cosa che ci si domanda è semplice: l’organico di docenti, ATA ed Amministrativi, a cosa deve essere funzionale? Con quali soldi dopo i tagli (quasi 8 miliardi di euro) della legge 133-Gelmini-tremonti?
Le dichiarazioni che seguono ci portano in un ginepraio di intenzioni, pratiche, teoriche, affermazioni che sembrano portare da nessuna parte, oppure sembrano mascherare qualcosa che non si può dire in modo chiaro e definitivo: questo tipo di organico forse serve ad arrangiarsi con quello che c’è, senza troppe assunzioni, senza ritrovare i soldi rubati dai tagli, senza voler dire che il problema delle assunzioni definitive di tutti i precari dalle GAE non lo si vuole risolvere. Il girotondo attorno all’organico funzionale a cosa serve?
Spesso, quando si è in guerra, se si vuole far manovra senza che il nemico ci veda, dobbiamo costruire una cortina fumogena di fronte ad esso, per impedirgli di vedere come ci stiamo muovendo. Tutte queste “proposte”, tra pd e sindacati confederali, sono cortine di fumo oppure una manifesta, ormai, incapacità di gestire il problema assunzioni (necessarie) di fronte ai tagli passati e futuri? Potrebbero essere idee che vanno a cozzare di fronte ai tagli della prossima Spending review di Cottarelli-Letta? Infatti i tagli saranno talmente evidenti e pesanti che neanche questa idea di organico funzionale sarà credibile e solo allora sarà evidente che è una pernacchia in faccia ai precari, un tentativo in malafede di mettere una pezza sui tagli Fioroni-Gelmini [i](1), un gesto fatto per i gonzi utile a propagandare l’idea di continuità didattica, sganciata però da una assunzione a tempo indeterminato.
Questa cortina fumogena fatta di false, o vere, intenzioni è tossica se la si legge senza un criterio e una domanda: perché non fare i conti con gli 8 miliardi di euro rubati dalla legge 133, porre fine a questo furto rifinanziando la scuola ed assumendo il personale di cui ha bisogno dopo i 150.000 tagli al personale docente ed ATA? La risposta potrebbe essere questa: la riforma Gelmini (in realtà una finanziaria, la legge 133, quindi immodificabile) la volevano tutti, dai “democratici” ai fedeli leghisti e forza italioti; è stata mandata avanti la Gelmini col passo dell’oca cadenzato e al suono dei calcoli di Tremonti per arrivare al taglio, finalmente, di una bella fetta di statali che erano, però, utili alla vita del nostro sistema scolastico.
Quello a cui assistiamo adesso è una sorta di agonia sospesa della scuola in cui manca di tutto, dai docenti al personale amministrativo, dai laboratori (nelle scuole atte ad usarli secondo curricolo) con il materiale utile a viaggiare in rete, alle aule per fare lezione, dalle orme elementari di sicurezza a causa dell’aumento degli alunni per classe, alla mancanza di tutele per gli alunni diversamente abili, i quali, questi “ultimi”, stanno per assistere al tramonto della figura dell’insegnante di sostegno grazie alla manomissione della legge 104 (sulla disabilità) e all’introduzione dei Bisogni Educativi Speciali, generalizzati e senza un criterio che tenga conto della crisi profonda che li precede. Ovviamente lo spazio di mobilitazione contro questa situazione (di cui sono colpevoli i due grandi partiti del neo-bipolarismo imperante, pd pdl) è stato silenziato da una politica falsamente moderata di “opposizioni” sindacali confederali: parate di piazza fuori tempo massimo, trattative inconcludenti e quando concluse sottobanco, pesate sulle spalle dei precari, ai quali ancora non si vuol dare il giusto compenso per aver tenuto in piedi, fino ad oggi, tutta la scuola del paese.
Voci e segnali dal profondo
1 Voci e segnali dal profondo
- 13-novembre 2008, scheda flc-cgil sulla trattativa per il contratto scuola, secondo biennio 2008-2009.
Si tratta delle proposte della FLC Cgil sul rinnovo del secondo biennio economico, sul modello contrattuale e sui provvedimenti del governo.
Il sindacato fa notare come ogni anno ci sia un cambiamento del corpo docenti, per ogni scuola, e di come sarebbe opportuna “una certa permanenza del lavoratore sullo stesso posto”. Seguono critiche alle politiche della Gelmini e ai tagli fino ad arrivare ad alcuni punti che ci interessano e che sottolineiamo come situazioni chiave a cui si dovrebbe arrivare:
- “(...) rafforzare il ruolo della contrattazione di secondo livello (...). Per dare più valore e soggettività alle diverse professionalità, permettere una progressione di carriera professionale di docenti e Dsga, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici (...) ampliare l’autonomiascolastica e il protagonismo dei lavoratori;
- “individuare, all’interno del secondo biennio economico, risorse adeguate per lo sviluppo professionale e la carriera dei docenti (vedi art. 24 del Ccnl 29 novembre 2007)”;
- “(...)superare l’handicap del precariato, dando durata triennale ai contratti individuali di lavoro del personale a tempo determinato. Questo è un elemento di qualità del servizio perché favorisce la continuità didattica”.
Le parole chiave che balzano all’occhio sono:
- “valore e soggettività alle diverse professionalità”, quali? cosa si intende per soggettività? si vuol dire che qualcuno è un soggetto premiale più forte di altri? è in germe un discorso sulla competizione tra docenti? chi valorizza, come e con quali criteri?
- “ampliare l’autonomiascolastica e il protagonismo dei lavoratori”, cosa intendono con “autonomia”? come si valorizza? con quali criteri? cosa si intende con la parola “protagonismo”? si vuol dire che ci sono attori più incisivi di altri sul palco di una scuola?
- “sviluppo professionale e la carriera dei docenti”, sviluppo... verso dove? come?
- “durata triennale ai contratti individuali di lavoro del personale a tempo determinato”, ecco un punto assai importante: non si spiega perché una triennalizzazione dei contratti precari dovrebbe essere migliore per la continuità didattica! le due cose sono, in modo evidente, un ossimoro; non si parla di sfruttamento del lavoro precario, che arricchisce la scuola e tiene per il collo troppi precari! L’idea di durata triennale la ritroviamo oggi, dopo 5 anni!, in bocca alla Puglisi-PD (vedi sotto “27 gennaio 2013, intervista a Francesca Puglisi”), che sia un caso? la FLC e il PD si parlano già dal 2008 sulla triennalizzazione dei contratti? siamo costretti a dire di sì...
La FLC parla poi di organico funzionale anche nel 2009 in un fascicolo informativo (http://2.flcgil.stgy.it/files/pdf/20090902/fascicolo-informativo-flc-cgil-su-avvio-anno-scolastico-2009-2010-settembre-2009-4443831.pdf); a pag. 14 del documento leggiamo:
“E’ bene ricordare che tra le premesse dell’autonomia c’era anche l’organico funzionale, di cui la FLC chiede il ripristino. L’organico funzionale è il vero motore dell’autonomia scolastica (integrazione, continuità, orientamento scolastico e professionale), perché consente di innovare nel campo della didattica e dell’organizzazione (...) potenziare il ruolo dell’unità dei servizi, istituendo innanzitutto un organico di partenza per garantire uno standard di qualità nell’erogazione del servizio. A questa dotazione minima va aggiunta una funzionale, legata al Pof, alla tipologia della scuola (...)”
C’è bisogno di spiegazioni, capire cosa esso sia, come si possa attuare, ma la FLC più che enunciare non fa; a livello nazionale non se ne parla in modo eclatante; fare ricerche in rete per vedere bene cosa erano intenzionati a fare è cosa complicata, ci vorrebbe ben più di un pezzo come questo. Limitiamoci a queste citazioni, lasciando al lettore un cenno che sembra già davvero dire molto.
- 6 aprile 2011, la FLC-CGIL propone alla Gelmini qualcosa:
“Precariato, la Cgil propone alla Gelmini un piano in tre mosse per risolvere una volta per tutte la piaga del precariato nella scuola. Lo propone al ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, la Flc Cgil guidata dal segretario Mimmo Pantaleo. Un piano di assunzioni spalmato su cinque anni per stabilizzare l'organico. Una fase di gestione transitoria delle graduatorie che consenta ai lavoratori (attraverso dei sub-elenchi) di candidarsi a lavorare in altre province dove magari mancano i docenti della loro materia. La previsione di un organico funzionale triennale da attribuire alle scuole per coprire i buchi senza continui cambi di professori. (…) Alle scuole servono "risorse stabili", afferma la Cgil. Ovvero serve un organico funzionale (un organico attribuito con cadenza non annuale, ma triennale) per "superare la faticosissima chiamata dei supplenti saltuari che non consente un efficace rapporto didattico ed e' molto dispendiosa dal punto di vista dei costi". La dotazione funzionale serve a coprire "le esigenze ordinarie dovute alla sostituzione dei colleghi assenti e per migliorare l'efficacia dell'azione didattica in relazione al Pof. Il ricorso alle supplenze brevi deve divenire residuale".
(http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/precariato-la-cgil-propone-alla-gelmini-un-piano)
La FLC torna alla carica con l’organico fatidico. In questo testo si parla di “sub-elenchi”, ma cosa siano realmente non viene spiegato. Sembra debbano essere utili come serbatoio cui attingere secondo il criterio di un organico funzionale al tappabuchismo, risolutore della “piaga” del precariato, che finalmente sarà utile alle carenze momentanee del personale: si parla (attenzione!) chiaramente di “un organico attribuito con cadenza non annuale, ma triennale” e poi si usa l’espressione “risorse stabili”. Come queste due espressioni non facciano ossimoro lo sa solo la FLC CGIL. Non viene spiegato altro e si annaspa nel mondo dei dubbi, o delle tragiche certezze, dati gli elementi a disposizione. In più la flc cita "(...)la faticosissima chiamata dei supplenti saltuari che (...) e' molto dispendiosa dal punto di vista dei costi" evitando di dire (come accade spesso, forse per motivi di deficit di memoria a lungo termine) che invece ogni precario assunto a settembre, e licenziato a giugno, fa risparmiare allo stato (al M.E.F.) almeno 8.000 euro all’anno: moltiplicare per almeno 100.000 docenti precari che ogni anno, da più di vent’anni, vengono sfruttati a cottimo.
- 24 gennaio 2012, viene pubblicato il D.L. 24.1.12, n.1 Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività.
L'Art.54 porta il nome di "Autonomia responsabile" e ai commi 1,2,3 enuncia:
1. Al fine di consolidare e sviluppare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, potenziandone l’autonomia gestionale secondo criteri di flessibilità e valorizzando la responsabilità e la professionalità del personale della scuola, a decorrere dall’anno scolastico 2012/2013 si applicano le disposizioni di cui ai seguenti commi.
(...)
3. In relazione al personale docente e ATA sono definiti:a) per ciascuna istituzione scolastica, un organico dell’autonomia, funzionale all’attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria ordinaria alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno ai diversamente abili e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico;b) un organico di rete per i fini di cui all’articolo 3, considerando con particolare riguardo le esigenze di integrazione degli alunni diversamente abili nonché di prevenzione dell’abbandono e di contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo, specie per le aree di massima corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica.
4. L’organico dell’autonomia di cui al comma 3 è costituito da tutti i posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilità per almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole e sugli ambiti provinciali, anche per i posti di sostegno.5. L’organico dell’autonomia rimane determinato ai sensi dell’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 (…).
6. L’organico dell’autonomia comprende ulteriori 10.000 posti, da attivare successivamente alla definizione di una apposita sequenza contrattuale che non rechi nuovi o maggiori oneri per le finanze pubbliche, destinati al supporto dell’autonomia scolastica, per la flessibilità e il potenziamento dell’offerta didattica e per gli interventi perequativi.
Abbiamo sottolineato le parti che ci interessano con le solite parole chiave, le ritroviamo con una spiegazione più accurata e con una citazione della legge 133 sulla quale non si discute più: i tagli-risparmi non vanno ritoccati...
(http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2012-01-24;1)
- 9 febbraio 2012: tale D.L. viene riveduto e “corretto”.
Di questa versione ha fatto un bel commento Rosario Drago su adiscuola (Una brutta figura – Il decreto semplificazione e sviluppo: http://www.adiscuola.it/adiw_brevi/?p=7441). Il Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) lo ha riveduto e lo ha epurato di quei passaggi che potevano comunque dare adito a qualche “speranza” di spesa per la sua realizzazione. L’attuazione di questa “autonomia”, nell’art.50 (in prima versione negli art. 54,56,59) non nomina più l’organico funzionale ma un “organico dell’autonomia”. Rosario Drago fa notare come sia scomparso:
- “ogni riferimento all’organico attuale (nella prima versione: “L’organico è determinato in misura uguale all’anno scolastico 2011/12”) come base stabile di riferimento, al fine di evitare altri soprannumerari e la riduzione dei posti assegnati ai supplenti, una specie di blocco dei “tagli” ”;
- sia sparito il “bonus di 10.000 nuovi assunti aggiuntivi all’organico di istituto (a dir la verità il primo comma a cadere nelle varie riletture del decreto). Qualcuno si è accorto che ci sono da smaltire almeno altrettanti soprannumerari (e insegnanti da riconvertire), circa 9.700 unità, frutto della riduzione degli orari di lezione previsti e programmati per effetto del riordinamento del sistema.”;
- niente stabilità“triennale”;
- niente “niente autonomia finanziaria (cioè, l’affidamento di budget senza vincoli di destinazione), ma “ottimale gestione delle risorse … finanziarie”, fatta salva ovviamente l’attuale legislazione contabile”; e seguono altri vuoti...
Resta attivo, purtroppo, l’articolo 64 della legge 133/08 (legge Gelmini), “la cui attuazione è sottoposta al controllo del “Comitato di verifica tecnico-finanziaria” (comma 7)” ed altre cosette poco simpatiche. il Drago continua, giustamente avvertendoci che “Le linee guida per avviare la sperimentazione avranno comunque attuazione non prima dell’anno scolastico 2013/14: nuovo Ministro, nuovo Governo (non tecnico), nuovo Parlamento, nuova legislatura!”.
L’anno seguente riprendono gli “appelli” imprecisi e disordinati all’organico funzionale ma con una variante che appare e ci deve far pensare.
La parola “governance” è il segnale, riappare, ma per chi?
2 La parola “governance” è il segnale, riappare, ma per chi?
- 27 gennaio 2013, intervista a Francesca Puglisi (PD).
Sui progetti da realizzare la Puglisi è netta: “Vorrei che venisse realizzato una volta per tutte l’organico funzionale nella scuola, offrendo a ciascuna scuola autonoma risorse umane e finanziarie certe su cui poter contare per almeno un triennio, per dispiegare appieno le potenzialità dell’unica vera riforma “epocale”, che ha fatto il centrosinistra in ambito scolastico. Purtroppo oggi invece l’autonomia scolastica è diventata una sorta di “stalking burocratico”. L’anacronistica distinzione tra organico di diritto e organico di fatto oggi viene pagata in termini di precarietà degli insegnanti e di conseguente mancata continuità didattica dai più deboli, gli studenti con disabilità.”
(http://www.tuttoscuola.com/elezioni2013/intervista-con-francesca-puglisi-pd/)
Se la Puglisi vuole continuità didattica perché ne parla in modo che debba restare nel recinto di tre anni? I tre anni di questa falsa continuità non possono in alcun modo garantire al pd di “dispiegare appieno le potenzialità dell’unica vera riforma “epocale”, del centrosinistra. Inoltre non si capisce cosa centri la distinzione tra gli organici di fatto e di diritto in un’eventuale soluzione affidata all’organico funzionale. Se si parla di organico di fatto si intende un lavoro a tempo determinato, altrimenti è se se ci si riferisce all’organico di diritto. Ma se l’organico di diritto è a tempo indeterminato, quale sorta di mutazione opererebbe un nuovo organico funzionale che voglia avere un organico di diritto certo “su cui poter contare per almeno un triennio”? Dove va a finire il tempo indeterminato? Resuscita ogni tre anni dopo essersi rifatto un lifting?
- 9 febbraio 2013, in una intervista, nel sito web della FLC, dal titolo "Precari, reclutamento, autonomia, ecco cosa faremo", Francesca Puglisi (PD) risponde ad alcune domande:
All'intervistatore che le domanda: “si è parlato in tempi recenti di assunzione diretta dei docenti da parte di scuole o reti di scuole, sulla base dei posti disponibili e dell’offerta formativa di ciascuna scuola., cosa ne pensa?” risponde"Siamo contrari all’assunzione diretta, poiché inevitabilmente porterebbe a favoritismi, a un crescente nepotismo, soprattutto in un paese come il nostro dove, e lo si è visto spesso purtroppo, già si fa fatica a rispettare le regole che ci sono. Un meccanismo di assunzione diretta non premierebbe gli insegnanti migliori, ma quelli che hanno più santi
in paradiso o magari una certa tessera di partito o sindacale o associativa in tasca o quelli residenti in una zona piuttosto che in un’altra.(…) Autonomia significa meno burocrazia, meno centralismo verticistico ministeriale, più spazio alla innovazione didattica, più responsabilità per i vari attori della scuola, non significa che lo Stato detta le regole e poi fa da arbitro, significa anzi che lo Stato e gli enti locali, secondo responsabilità ben definite, sostengono le scuole, i docenti, gli studenti, i genitori, gli Ata, le istituzioni pubbliche e private, affinché il sistema funzioni meglio. (...) “Credo che sia necessaria una forte collaborazione tra scuole, enti locali e imprese per rilanciare l’istruzione e la formazione tecnica e professionale e sostenere il Made in Italy nel mondo. Siamo stati un grande Paese industriale quando abbiamo avuto eccellenti periti industriali. Vogliamo investire nella costituzione di poli dell’istruzione e formazione tecnica e professionale dove si possano innescare virtuose sinergie tra scuole, enti di formazione, mondo dell’università e della ricerca, imprese, enti locali. È necessaria una strategia nazionale che preveda la piena realizzazione di “tutti i tasselli” delle filiera professionalizzante − percorsi di IeFp, Ifts, Its; apprendistato – individuando anche nella nuova programmazione comunitaria le risorse finanziarie necessarie.”
Il giornalista cita ancora le “reti di scuole”, e la Puglisi dice di voler dare maggiore potere agli “attori” della scuola. Ma questi attori siamo noi docenti, il personale ATA, i presidi? Se ci sono degli attori chi è il regista? Se è vero che le parole sono importanti (e di lapsus il gergo politico trabocca) allora dobbiamo porci la domanda proprio in questi termini! Perché la Puglisi dice di voler dare “voce” agi attori e invece gli attori non vengono mai consultati da nessuno?
Poi afferma che lo Stato non può dettare delle regole e fare da arbitro agli attori: ma allora cosa deve fare? è lo Stato oppure no? e gli attori a chi devono obbedire come da copione? e questo Stato legifera e controlla sull’applicazione delle leggi oppure no?
In definitiva la Puglisi (come fa il PD da anni) associa lo Stato al “centralismo verticistico ministeriale” e nello stesso tempo chiama in causa i suoi (suoi?) “attori”. Dunque lo Stato dovrebbe cambiare, ma ad una condizione: al di là delle volute di un linguaggio ‘sofisticato’ o, sarebbe meglio dire, adulterato a cui ci ha abituato un certo Veltronismo (da quando è nato il pd ed è iniziata una seconda fase partitica affidata ai loro cattivi sofisti “moderati”) si tratta di un vecchio discorso che parte dalla modifica dell’Art. V della costituzione (Bassanini) in base al quale poi il pd ha sfoderato (e sembra citarlo qui la Puglisi senza nominarlo) il concetto di “governance”, desunto da una terminologia aziendalistica:
“(...) La governance designa un modello di formulazione e gestione delle politiche pubbliche che si caratterizza per un più ridotto ruolo dello Stato in quanto unico attore competente sulle questioni dello sviluppo ed una riduzione degli atteggiamenti autoritativi a favore di quelli concertativi, negoziali, contrattuali (...)”. Se vogliamo poi sottilizzare possiamo parlare di “governance multi-livello”: “Accanto allo Stato, che conserva comunque poteri normativi e di indirizzo, assumono rilevanza i seguenti tre livelli: il livello comunitario (Unione europea); il livello regionale; il livello locale (comunale e comprensoriale)". [ii]
Ecco il richiamo alla fine del “centralismo verticistico ministeriale”, all’Europa (che spunta magicamente) e il reindirizzamento delle politiche scolastiche verso un “controllo” che non è più in mano solo all’Italia. Ecco perché da anni si usano spesso i risultati OCSE e il livello di lettura dei dati che essa offre periodicamente, come esempio per arrivare ad affermare la necessità di una “governance multi-livello”. Tralaltro il richiamo all’Europa serve per dire che anche da noi si deve fare a meno di un anno alle superiori. Pensare che il pd-pdl stia spostando davvero la “governance” della scuola fuori dal controllo statale è sbagliato? Credo di no, dopo avere abbandonato il termine “statalismo” in gergo alla Lega arriviamo alla “governance”. Vedremo poi con l’apparizione dei BES (bisogni educativi speciali), di recente ‘coltura’, come si andrà verso una esternalizzazione dei docenti di sostegno: la loro sarà una “governance” del sostegno agli alunni diversamente abili, ed in numero ridotto rispetto agli enti esterni, perché siano essi gli “enti locali” cui fa riferimento la Puglisi? Nel pezzo sopracitato leggiamo anche quando la Puglisi dice “(...) una forte collaborazione tra scuole, enti locali e imprese per rilanciare (...) investire nella costituzione di poli dell’istruzione e formazione tecnica e professionale dove si possano innescare virtuose sinergie tra scuole, enti di formazione, mondo dell’università e della ricerca, imprese, enti locali”. Ecco cosa si intende,a nostro parere, per governance: una “governanza” in cui non è più lo Stato (che ormai si appresta davvero ad esser-stato come vero e proprio trapassato che da segnali sempre più indiretti e governa, sembra, per rimbalzo o, alla fine dei suoi giorni quando tutto sarà privatizzato, quasi più per inerzia) ma il privato a sinergizzare (mi si conceda questa bruttura, ma così degna del “divertente” linguaggio marcegagliesco-confindustriale tanto caro a questi ‘moderati’) con lo stato-partito. All’autorità dello Stato si finirà per sostituire l’autoritarismo economico cinico del privato, per il quale conta il guadagno in moneta sonanate e non il guadagno spirituale, per così dire, cui si può attingere a scuola.
- 08/05/2013 ,lo Snals, dichiara, a voce del suo segretario Marco Paolo Nigi, al Ministro Carrozza:
“Organico pluriennale d’istituto e di rete, per calcolare assunzioni e concorsi.Un organico, cioè, calcolato su un numero di posti che non è la semplice somma di quanto occorre per l'insegnamento curricolare, ma che deve considerare tutte le esigenze per il buon funzionamento delle scuole autonome. L'obiettivo prioritario è la continuità didattica e "solo un gruppo di insegnanti stabili nel tempo" può garantirla, insieme ad un'offerta formativa che tenga conto delle modalità di apprendimento delle giovani generazioni e un buon dialogo con gli enti locali. Scopo secondario, ma non di minore importanza, è anche l'eliminazione del precariato e la valorizzazione delle responsabilità e professionalità dei docenti.“
In questo breve pezzo si legge forse che si devono assumere a tempo indeterminato i precari della scuola? quelli che la tengono in piedi nonostante la discontinuità imposta al loro lavoro?
Riappaiono espressioni e parole chiave come “valorizzazione delle responsabilità e professionalità dei docenti”, che lasciano intravvedere il problema della valutazione del corpo docente. Forse anche lo snals lascia intravedere che la cosa non gli spiace. Ma leggiamo anche “organico, cioè, calcolato su un numero di posti che non è la semplice somma di quanto occorre per l'insegnamento curricolare” e ci domandiamo: se l’organico funzinale non deve essere calcolato sul numero di posti necessario su cosa si deve calcolarlo? A risparmio! Ovvio che lo snals stia dando prova di assoluta sfacciataggine di fronte ad una soluzione che tenga conto dei tagli della legge 133 come un fatto assodato.
- 10/06/2013, la FLC appare in rete con una dichiarazione:
“La scuola vince in quattro mosse: un organico funzionale docenti e ATA stabile in tutte le scuole” e leggiamo “Un'istruzione di qualità ha bisogno di tante cose, compresi investimenti e finanziamenti. Ma più di tutto ha bisogno di un progetto politico. Alcune scelte si possono fare già ora a costo zero (o quasi). Come dimostra la FLC CGIL in un documento. (…) Organico funzionale. La scuola, si sa, ha bisogno di certezze e di continuità nell'organizzazione della didattica e del piano dell'offerta formativa. Un organico funzionale e un organico di rete, cioè a disposizione di diverse scuole, renderebbe più agevole progettare tutte le attività fin dall'inizio dell'anno. Con un vantaggio per tutti. Questa disponibilità di personale eviterebbe il ricorso a molte supplenze saltuarie, con il cui costo (oltre un miliardo) in parte si finanzierebbe l'organico funzionale e di rete.”
Attenzione, facciamo un po’ di analisi del periodo, per vedere se scrivono con i piedi, i redattori della flc, oppure se si tratta di un lapsus. Rileggiamo “Un'istruzione di qualità ha bisogno di tante cose, compresi investimenti e finanziamenti. Ma più di tutto ha bisogno di un progetto politico”, e domandiamoci: cosa stanno dicendo in realtà? che prima di finanziare la scuola, che ha perso 8 miliardi grazie ala Gelmini (e al silenzio del pd), dobbiamo aspettarci i tempi di un progetto politico? e l’organico funzionale, il “progetto”, perché dovrebbe essere “a costo zero” proprio come vuole il decreto semplificazioni. Ma è proibito dire che si deve prima investire sulla scuola? Anche perchè a cacciar fuori soldi e subito non ci si metterebbe un nanosecondo a capire subito dove dovrebbero andare. Lo ripeto a costo di sembrare un Mantra, i precari vanno stabilizzati e, immediatamente, va riveduto il taglio di ore, recentemente dichiarato illegittimo per gli istituti tecnici, ed il numero di ragazzi per classe in modo che si possa riprendere a fare scuola e ad organizzare una macchina che sta boccheggiando.
- 27/08/2013, da Tuttoscuola Di Menna-Uil-scuola ricorda che:
“Serve l’organico funzionale. Il punto è che, anche quest’anno ci saranno insegnamenti che funzioneranno con contratti precari, questo perché non tutti i posti disponibili vengono coperti con immissioni in ruolo”. Per Massimo Di Menna, segretario della Uil Scuola, “procedere in questo modo significa creare nuovi precari su posti stabili”. Perciò serve reiterare il piano triennale di assunzioni per i prossimi tre anni. Ma neanche questo basterebbe: “Esiste una quota di posti in organico di fatto, circa 30 mila – precisa Di Menna – per la quale la Uil ha fatto da tempo una proposta: creare un organico funzionale, pluriennale. In tale ambito va data attuazione al decreto che prevede le reti di scuole”. (…)“il Governo ha deciso non solo il blocco del contratto ma addirittura, solo per la scuola – chiarisce Di Menna – di prendere le risorse finanziarie già stanziate per le anzianità e per la valorizzazione. E’ inaccettabile.Va data attuazione al pagamento del terzo anno degli scatti di anzianità relativi al precedente triennio”. “Ma le misure approvate ieri dal governo non riguardano la scuola, per la quale l’esecutivo ha in programma un decreto ad hoc”, aggiunge Di Mennna. “Aspettiamo questo per ora solo annunciato. E’ prevista per domani una informativa da parte del ministero dell’Istruzione. Suggeriamo tre temi concreti che in quel provvedimento dovranno trovare soluzione: personale inidoneo, quota ’96 e l’organico funzionale”. I sindacati si attendono una convocazione urgente da parte del Governo. “Sarebbe davvero incomprensibile un ulteriore silenzio da parte dell’esecutivo”. Il prossimo 5 settembre, comunque, “ci sarà una riunione di tutti i sindacati scuola per una valutazione congiunta e per decidere, in assenza di risposte e di soluzioni dei problemi, iniziative di mobilitazione. Rassicuriamo che resta escluso il primo giorno di lezione che deve svolgersi nella più ampia serenità e auspichiamo una responsabilità da parte del governo anche perché non è di un contrasto con tutto il mondo della scuola che il Governo e il Paese hanno bisogno”.
Una parentela scomoda e rimossa?
3 Una parentela scomoda e rimossa?
Facciamo un piccolo esame di alcune parti del Quaderno bianco sulla scuola presentato il 21 settembre 2009 a Roma, direttamente dal presidente del Consiglio Romano Prodi e dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. Si tratta di vedere se già in quel quaderno non ci fosse una traccia di quello che potrebbe essere un organico funzionale che poi andrà a defluire dentro le differenti esigenze sopra elencate o chissà dove.
Nella Parte I, al paragrafo Dinamica, la determinazione degli organici, sui supplenti di ogni ordine, si legge (pag.59):
“È dunque coerente e congeniale con questo quadro l’esistenza di un “esercito di riserva” di insegnanti non di ruolo, abilitati a vario titolo, composto da supplenti annuali e incaricati fino al termine delle attività didattiche. La loro entità è valutabile in 124 mila unità, ai quali si aggiungono i supplenti che svolgono supplenze per periodi brevi120. Questo esercito è stato fino ad oggi alimentato dal sistema delle graduatorie permanenti che tuttavia, con la decisione di porre fine al “precariato storico”, sono diventate ora in graduatorie a esaurimento (ex Legge finanziaria 2007, comma 604, lettera c; cfr. Parte II, paragrafo 4.1).” e “(...) il meccanismo in due stadi del (“diritto” e del “fatto”) nasce da esigenze di flessibilità, poiché, in un contesto così contrattuale, di responsabilità diluite e di mobilità degli insegnanti governata prevalentemente dal lato dell’offerta esso riduce il rischio di irrigidire la domanda rispetto a erraticità delle iscrizioni o a modifiche organizzative; ma tale meccanismo crea uno stato generale di incertezza e di discontinuità per tutti i soggetti prima di tutto per gli studenti, ma anche per gli insegnanti (...).”
e si auspica, nella parte “Lezioni per il futuro” qualcosa che risolva il problema per la scuola e per i supplenti (pag.60):
“Consegue da queste osservazioni e dalle precedenti valutazioni sulla “statica” l’opportunità di:
• predisporre, in primo luogo, a livello centrale, uno strumento per la programmazione a medio- lungo termine del fabbisogno di insegnanti (date le previsioni demografiche territoriali e le scelte sui parametri discussi) per ogni ordine di scuola e regione, sul quale maturare, in rapporto al mondo della scuola, convincimenti e orientamenti121;
• fissare entro questa cornice valori obiettivo, per la domanda di insegnanti, a livello di aree territoriali appropriate, individuando nel livello regionale (come si dirà)122 il livello di responsabilità che deve dare loro attuazione;
• dare in questo modo a Regioni, Enti locali e dirigenti scolastici l’incentivo per realizzare gli obiettivi assegnati secondo le modalità e sfruttando le flessibilità più adatte allo specifico contesto; affrontare l’esigenza di flessibilità che permane anche con una buona programmazione, a causa della distribuzione non prevedibile delle assenze, con modalità più appropriate (quali il ricorso a insegnanti nella fase di formazione iniziale). (...)L’opportunità di un sistema di programmazione della domanda di insegnamento a medio e lungo termine deriva dalla necessità di prospettare i fabbisogni territoriali di insegnanti e di tutto il personale in base a scenari demografici di medio e lungo termine e di fornire ai responsabili nazionali per le decisioni sulla spesa e sulla dimensione del corpo docente (...). Il quadro di maggiori certezze che ne conseguirebbe anche per gli insegnanti potrebbe consentire di legare la mobilità a meccanismi meno unilaterali e automatici, tenendo conto delle esigenze della domanda di specifiche scuole e luoghi.”
Rileggendo le parti sottolineate non possiamo fare ameno di notare che la parola “flessibilià” ha un carattere che ricade sulle spalle dei docenti, che gli stadi, contraddittori con la continuità didattica, di cattedre di “diritto” e di “fatto” non sono risolvibili senza flessibilità, e che, quindi, la “programmazione a breve e lungo termine” di docenti ha un senso vicino all’organico funzionale: si tratta di fissare “valori obiettivo, per la domanda di insegnanti, a livello di aree territoriali appropriate” che faranno capo a Regioni, Enti locali e dirigenti scolastici.
Come debba finire questa storia ormai organica solo ai pasticci dei partiti e dei sindacati confederali non si sa, e soprattutto non si sa con quali soldi e se davvero abbiano ancora il coraggio di presentarcela come soluzione. Ci si dovrebbe invece domandare: perché non tornare indietro sui tagli Gelmini-Fioroni di 150.000 unità di personale scuola? perché non programmare una volta per tutte l’immissione in ruolo dei precari dalle GAE? perché non accettare che ogni anno, da 20 e più anni!, almeno 130.000 docenti lavorano continuativamente senza un contratto fisso e che questa è solo la sostanza dello sfruttamento su un tessuto scolastico lavorativo e pedagogico, che soprattutto i precari stanno tenendo in piedi in modo dignitoso? perché non rendere il furto di 8 miliardi alla scuola attuato con la legge 133?
Perché il PD-DPL, partiti del governo unico, stanno aspettando di riuscire a privatizzare una grossa fetta di scuola statale ,forse riesumando i DDL n. S933 e n. S3542, mettendo i presidi (scusate ma la parola “dirigente” io mi rifiuto di usarla!) nelle condizioni di scegliere e risolvere una parte del problema del reclutamento... chissà...
[i]Vedi qui un resoconto assai tragico dei tagli Fioroni- Gelmini, a dire che neanche il pd ha scherzato: http://www.retescuole.net/contenuto?id=20080702174141