Capita, a volte, che le cose migliori nascano da una sconfitta o da un momento di riflessione. È quello che è successo nella mia III D. In un momento difficile del nostro rapporto mi sono accorto di come il mio atteggiamento disincantato ed informale, che da sempre tengo con i miei ragazzi, non sortisse l'effetto voluto. La libertà di apprendimento, la libertà di studiare senza l'assillo del voto, dell'interrogazione, dei compiti assegnati a casa, avrebbe dovuto nella mia idea sviluppare autonomia, capacità di autoapprendimento, capacità di raggiungere il risultato organizzandosi il lavoro da soli. Una didattica siffatta però, ha la necessità di essere costantemente valutata, alimentata e controllata.
In questo caso la situazione mi è evidentemente sfuggita di mano visto che ho notato nei ragazzi un eccessivo rilassamento con conseguente allontanamento da quelli che erano i loro doveri di studenti. In un confronto onesto, ma allo stesso tempo acceso ed intenso, abbiamo scoperto le carte e ho manifestato la mia volontà di recuperare una didattica tradizionale, fatta di lezioni frontali di assegno e di compiti a casa, necessaria, a mio dire, per recuperare e raggiungere i risultati prefissati.