Agenzia Italiana del Farmaco - Un team di ricercatori ha scoperto un marcatore biologico della dislessia. Lo studio dimostrerebbe il legame esistente tra meccanismo biologico e il disturbo dell'apprendimento che riguarda un bambino su dieci, provocando difficoltà a leggere, scrivere ed elaborare calcoli.

 

Lo studio, condotto dalla Northwestern University e pubblicato sul “Journal of Neuroscience”, ha infatti individuato un meccanismo biologico che avrebbe un ruolo importante nel processo di lettura, scoprendo una relazione sistematica tra la capacità di lettura e la coerenza con cui il cervello codifica i suoni. La ricerca ha registrato le risposte automatiche delle onde cerebrali di cento bambini in età scolare al suono delle parole e ha rilevato che i migliori lettori codificano il suono costantemente e stabilmente contrariamente ai bambini che hanno più difficoltà con la lettura e che reagiscono al suono con maggiore incoerenza. Secondo i ricercatori, le risposte del cervello al suono tendono a stabilizzarsi quando il bambino impara a connettere con successo al suono il significato, obiettivo che potrebbe essere raggiunto attraverso specifici progetti di formazione.

Il team di ricercatori ha poi testato l'efficacia di un dispositivo sonoro capace di inviare il suono della voce degli insegnanti direttamente nelle orecchie dei bimbi dislessici. I bambini su cui è stato effettuato l'esperimento, dopo un anno, hanno infatti mostrato un miglioramento non solo nella lettura ma anche nella coerenza con cui il cervello codificava i suoni del linguaggio, in particolare le consonanti.

L'articolo originale: Unstable Representation of Sound: A Biological Marker of Dyslexia

 

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